L’amico Gianfranco e la moglie Connie ci mandano questo bel racconto sulla loro passione per le api. Siamo felici di pubblicarlo
“Voli d’Ape”
Quando si hanno origini contadine, dovrebbe essere naturale sentire forte il legame con la natura, o, almeno così è stato per me.
Una parte importante della mia vita e trascorsa in compagnia dei nonni che lavoravano la terra e questo mi ha permesso di vivere godendo del verde, e dei profumi dei prati in fiore, dove non era raro incrociare il volo di api, che incantato stavo a studiare.
Nella vita ci sono traguardi che portano a nuovi inizi, il raggiungimento della pensione, l’uscita dal mondo dei tempi, la dolce complicità di mia moglie ha fatto si, che quel semplice osservare quell’insetto cosi laborioso e carino, diventasse la mia passione, l’Apicoltura.
L’Apicoltura regala a chi la pratica innumerevoli soddisfazioni.
Gli apicoltori professionisti, ma mi piace pensare, ancor più i non, hanno in comune l’amore per questo straordinario, affascinante insetto, non c’è soddisfazione più grande per un Apicoltore che sentire il ronzio del volo delle api, vedere il proprio apiario, con le arnie piene di vita, bottinatrici che ritornano con le zampette cariche di polline e nettare che poi trasformeranno in dolcissimo miele, e c’è un miele per ogni sfumatura della vita, il miele di girasole, passione e sensualità, il miele di Acacia, allegria, vigore primaverile, il miele di castagno, costanza e coraggio, il miele di erica o rododendro, bellezza e serenità.
Da sempre il miele è un importantissimo alimento che incuriosisce, la storia ci insegna poi, come per gli egizi fosse anche un medicamento che portavano sempre con se.
Ci sono persone che considerano le api pericolose, le api si nutrono di nettare, il loro istinto le porta a visitare i fiori e a curarsi esclusivamente di loro.
Sempre per istinto difendono l’alveare e pungono solo come ultima risorsa, si tratta di un gesto estremo e finale, poiché le condanna alla morte.
Se un’ape ci ronza intorno restiamo calmi e allontaniamoci, probabilmente siamo capitati nel loro corridoio di volo, o davanti ad una colonia, l’ape si allontanerà e tornerà ai suoi compiti.
Molto spesso tuttavia le api vengono confuse con le vespe che invece accorrono a frotte in occasione di merende campestri e pic-nic, e in quanto onnivore, non si preoccupano affatto di pungere pur di accaparrarsi qualche briciola.
Api e vespe sono molto diverse attenti al non cadere in errore!
Ci sono poi persone che pensano che nel processo di estrazione del miele le api vengano uccise.
Altri, che, come i Vegani non mangiano miele perché e un prodotto che arriva dallo sfruttamento. Purtroppo esiste molta disinformazione a riguardo. Le api sono il bene più prezioso per l’apicoltore che giornalmente è costretto a battersi per la loro sopravvivenza. Sapete che le api ormai non sono più in grado di vivere in colonie autonome? Gli ultimi trent’anni sono stati terribili, pesticidi sempre più letali, inquinamento, malattie e parassiti il loro numero è calato drasticamente. E tra le api e la loro scomparsa gli unici a essersi schierati al loro fianco, letteralmente, sono gli apicoltori. Sono loro che si occupano di spostare gli alveari in luoghi più sicuri, nutrono le famiglie quando non ci sono fioriture, le pareggiano se diventano troppo deboli, si adoperano per il loro benessere perché un alveare che nutre di ottima salute significa benessere anche per l’apicoltore, per la natura, per l’ambiente. Le api vivono durante tutto l’anno in una cassa che si chiama arnia e solo durante le maggiori fioriture, e dopo aver inserito l’escludi-regina, viene sovrapposto un ulteriore modulo chiamato melario. Mentre nell’arnia o nido si trovano la covata e le scorte, sul melario le api mettono il miele in eccesso, (che ripeto si ottiene solo nei momenti di maggior abbondanza). Dunque NON si tocca mai il miele del nido e si raccoglie solo quello in eccedenza. Quando è arrivato il momento della raccolta, i melari vengono posizionati sulle arnie in modo che le api possano abbandonarli. Prima del trasporto i melari vengono spazzolati. In questo modo se qualche ape è rimasta incastrata tra i telai può rientrare nell’alveare. Una volta portati a destinazione avviene la lavorazione. Il miele viene estratto dai telai del melario per mezzo di una semplice centrifuga chiamata smielatore (il nostro è ancora completamente manuale). Il tutto viene svolto in laboratori (dove non ci sono api) successivamente il miele viene convogliato in un contenitore d’acciaio ”il maturatore”. Qui viene filtrato attraverso una fine grigia metallica per trattenere la cera, delle opercolature, e rimane a decantare per almeno 15 giorni dove possibili particelle di aria dovute alla centrifuga salgono in superficie. Quando il miele sarà maturo verrà confezionato in barattoli di vetro.
Vi ho raccontato come noi curiamo le api e come loro si prendono cura di noi. Questo genere di rapporto si sviluppa sul campo giorno dopo giorno, vivendo l’uno al fianco dell’altro. Nelle vicinanze della mia casa tengo i nuclei, ossia le famiglie giovani che hanno bisogno costante di monitoraggio e attenzioni. Quindi ci permettiamo ora di consigliare, di comprare il miele da apicoltori della propria zona. Parlate con loro, raccontate i vostri dubbi, visitate gli apiari. Il miele è un prodotto vivo, che ha tanto da dire sul luogo dove nasce. Il miele è lo specchio del territorio.
Spero che questi pochi pensieri vi portino ad avvicinarsi alle api senza timore e con maggior rispetto.
Per quanti avessero piacere di assaporare il miele delle mie api, e solo quello (quindi quando è finito è finito!!) possono mettersi in contatto con l’associazione “Camminare Lentamente” ricevendo un trattamento di riguardo quale affiliato e amante della natura.
Gianfranco Gallino Connie Maddalena