Nasce “Io sono un albero”, perché crediamo in un mondo migliore

L’albero rappresenta, fin dai tempi più antichi, il simbolo e l’espressione della vita, dell’equilibrio e della saggezza.” Jean Giono – “L’uomo che piantava alberi”

Il primo dicembre 2020 nasce  “Io sono un albero“, progetto di Camminare lentamente, che vuole mettere al centro dell’attenzione questi meravigliosi portatori di vita, che sono gli alberi che ci circondano. Già dalla nascita dell’associazione ci occupiamo della meraviglia che ci circonda; impossibile non farsi contagiare dalla bellezza, dalla straordinaria maestosità degli alberi.

Ecco perché il 2021 sarà l’anno in cui proveremo  a porre al centro del nostro cammino gli alberi. Chi ci frequenta sa che, già da anni, promuoviamo una vita sobria, in armonia con la natura e molte attività svolte sono servite per piantare giovani alberi e per promuoverne e proteggerne di centenari. Nel 2021 vogliamo continuare questo cammino e in particolare ci soffermeremo sugli Alberi Monumentali dei territori in cui svolgiamo le nostre passeggiate. Un’idea, che speriamo di concretizzare, è poi quella di un “Cammino degli Alberi Monumentali“, che colleghi tutti questi esemplari. Potrebbe diventare un incredibile itinerario da svolgere da soli o in compagnia, da promuovere, grazie ad una carta degli Alberi Monumentali e ad un attestato di benemerenza da consegnare a chi li raggiunge tutti. Per questo progetto ci avvarremo della collaborazione di tutti gli enti locali, le associazioni e gli Istituti scolastici, che vorranno partecipare.

Ed ora prepariamoci, leggendo questo breve escursus, che racconta la relazione millenaria tra gli alberi, senza i quali non è possibile la vita e l’uomo.

…l’albero rappresenta, fin dai tempi più antichi, il simbolo e l’espressione della vita, dell’equilibrio e della saggezza. L’albero del paradiso terrestre era la fonte della conoscenza del bene e del male; spesso nell’antichità, colossali patriarchi arborei millenari furono venerati come sacri; e i tronchi diritti e giganteschi della foresta formarono le colonne dei primi templi, in cui l’uomo esprimeva la sua stupefatta religiosità di fronte alla grandezza della natura e del cosmo…

L’albero ha dato moltissimo all’umanità, nel corso della sua lunga storia: forse è giunto il tempo di contraccambiarlo con affetto e generosità. Come fece nella sua pacifica vita l’indimenticabile Elzéard Bouffier, l’uomo che piantava gli alberi.

“Qualsiasi stupido è capace di distruggere gli alberi” scriveva nel secolo scorso John Muir, pioniere americano della conservazione della natura. Ancora troppo pochi hanno invece il cuore, l’intelligenza e la dedizione necessarie per salvarli, custodirli e piantarli. Ma è ancora possibile un ritorno alla cultura, all’amore, alla fede dell’albero e della foresta: con la forza, la verità e l’ispirazione che solo la natura può dare.      Franco Tassi

E’ esistita un’epoca in cui le piante erano considerate la manifestazione più concreta e immediata della divinità: Albero della Vita, Albero della Conoscenza, Albero del Bene e del Male… alle piante gli uomini chiedevano protezione e conforto, illuminazione e consiglio, e intorno ad esse fiorirono miti e leggende in cui si fondevano mirabilmente il Mistero della Vita e il Mistero del Divino.

Oggi, a fronte di un equilibrio ecologico quasi distrutto, l’uomo rinnova il suo interesse per l’albero per ragioni puramente utilitaristiche di sopravvivenza, ma nel profondo del suo essere è incisa una simbologia millenaria che tornerà a vibrare e a guardare gli alberi e la natura con amore. 

Ecco ciò di cui ci occuperemo, di amore, rispetto e tenerezza, perché grazie agli alberi siamo ancora qui, a camminare gioiosamente su questo pianeta e potremo sconfiggere l’egoismo e la malvagità di molti esseri della nostra specie, solo rinnovando il patto di fratellanza e di e riconoscenza verso questi meravigliosi compagni d’avventura.

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